Le dimore di Dio by Franco Cardini;

Le dimore di Dio by Franco Cardini;

autore:Franco, Cardini; [Cardini, Franco ]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Storia, Biblioteca storica
ISBN: 9788815370235
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2021-08-15T00:00:00+00:00


3. Istituzioni ecclesiali, grandi Concili e dispute teologiche

Le comunità dei credenti nel Cristo (le ekklesíai: cioè, appunto, le Chiese)[2] si erano liberamente costituite, luogo per luogo, man mano che l’evangelizzazione cristiana procedeva. La loro struttura iniziale era molto semplice: i fedeli si riunivano attorno ai presbýteroi (letteralmente, in greco, «i più anziani») ai quali spettava l’insegnamento delle Sacre Scritture, in particolare dei Vangeli, e la celebrazione memoriale della «santa cena» in ricordo di quanto Gesù aveva fatto insieme con gli apostoli. Le Lettere di san Paolo, entrate a far parte delle Sacre Scritture canoniche cristiane insieme con gli altri libri del Nuovo Testamento, attestano delle varie differenze tra le diverse Chiese e anche dei contrasti che sorgevano tra loro e all’interno di ciascuna di esse.

Il rapporto con la Scrittura era fondamentale per le nuove comunità. Nel mondo cristiano, non appena esso aveva cominciato a uscire dall’ambito dell’ebraismo, si era manifestata ben presto l’esigenza di leggere ta Biblía (in greco, «i libri»): vale a dire le Sacre Scritture ebraiche, le quali per i cristiani restavano patrimonio vitale e, pur modificate, andavano a far parte dell’Antico Testamento, cioè della narrazione del patto che Dio aveva stipulato con il patriarca Abramo e delle successive vicende. Tale parte delle Scritture cristiane coincideva con la Bibbia ebraica, alla quale i cristiani non ebrei, ignari dell’idioma in cui essa era scritta, potevano tuttavia aver accesso grazie a traduzioni in greco ch’erano già state approntate: la più importante era quella redatta in Alessandria tra III e II secolo a.C. da una commissione di dotti, composta tradizionalmente da settanta esperti, e per questo detta «dei Settanta», come già ricordato; ad essa – ch’è ancora usata come testo biblico ufficiale dalla Chiesa greca – si aggiunsero altri tentativi di traduzione compiuti da dotti ebrei e una redatta dal filosofo cristiano Origene (185-253), un greco di Alessandria ch’è tra i grandi maestri dell’apologetica (cioè della letteratura cristiana volta a difendere la nuova fede contro la trattatistica anticristiana redatta da ebrei e da pagani). All’Antico Testamento, i cristiani affiancarono però nella loro Bibbia, aggiungendolo a quella ebraica, un Nuovo Testamento costituito dai quattro Vangeli (tradizionalmente redatti da altrettanti fra i più diretti e fedeli discepoli e compagni di Gesù, gli apostoli detti appunto «evangelisti»: Matteo, Marco, Luca e Giovanni), dagli Atti degli Apostoli redatti dall’apostolo Luca, dalle Lettere degli Apostoli (Paolo, Giacomo, Pietro, Giuda Taddeo, Giovanni), dall’Apocalisse attribuita all’apostolo Giovanni. Questi nuovi libri furono redatti originariamente nella koinè diálektos, cioè nel greco usato in tutta la civiltà ellenistica: si discute ancora sulla sua cronologia, e la proposta fatta propria dalla Chiesa cattolica, che si tratti cioè di testi redatti tutti nella seconda metà del I secolo d.C., non è accettata da tutti gli studiosi (gli scritti attribuiti all’apostolo Giovanni sono stati da alcuni datati al II sec.). La traduzione in latino della Bibbia fu avviata a più riprese: ci restano frammenti di una redazione «africana» (II sec.) e di una «italica» (II-III sec.). Infine san Gerolamo (347-420 ca.), trasferitosi appositamente in



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